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Donne e motori … gioie e dolori

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Donne e motori gioie e dolori: un vecchio detto, ancora oggi molto in voga tra la popolazione maschile, recita così; eppure, la saggezza popolare non sembra rispecchiarsi affatto nelle realtà dove questo accostamento vincente sembra proprio non voler passare mai di moda. Anzi, il binomio si ripropone di continuo, ogni anno, all’interno di ogni mostra e salone di auto; d’altronde, come dare torto a gli uomini che vedono unirsi sotto un unico tetto le proprie due grandi passioni Ammettiamolo, da sempre gli interessi del “sesso forte” sono stati due e, guarda caso, sono proprio quelli coinvolti nel famoso binomio “donne e motori”.

Non è quindi un caso che nelle numerose mostre, accanto a prestanti e potenti auto, si trovino giovani ragazze ammiccanti e seducenti scelte con cura per portare l’attenzione su gli ultimi veicoli di gran moda. Proprio questo è il luogo in cui, tra uno sguardo innamorato alle auto più lussuose ed un occhiata adorante alle bellissime ragazze, le due grandi scuole di pensiero, che vogliono promuovere il connubio tra donne e motori, si uniscono e si amalgamano alla perfezione.

C’è chi interpreta il binomio come l’unione di due oggetti del desiderio eternamente belli ed inarrivabili e chi, invece, lo intende come un tentativo di umanizzare il mezzo su ruote per avvicinare ad esso il pubblico. Si pensa, anzi si sa con certezza, che la bellezza dell’auto esalti quella della donna o, più cavallerescamente, che la bellezza della donna esalti quella dell’auto.
Ecco allora che gli abiti, indossati con disinvoltura dalle ragazze, si avvicinano allo stile dell’auto: per un fuoristrada jeans, cappellino e maglietta sottolineano l’aggressività e la potenza; per un’auto futuristica abiti argentati e dalle linee decise portano l’immaginazione verso gli anni a venire; e così via abbinando ad ogni auto il giusto abbigliamento.

Alcuni si chiederanno se l’unione vincente è sempre esistita. Molto probabilmente la motivazione è da ricercarsi a cavallo tra ‘800 e ‘900, quando le prime automobili, guidate da ricchi ed influenti signori, iniziavano a farsi largo tra le strade delle grandi città ed i motori, uniti ad una bella donna altrettanto ricca, erano il simbolo dei ceti alti, della ricchezza, del potere e della fama.

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